Miniera del Ginevro & Museo della vecchia Officina

Il territorio del Monte Calamita custodisce la miniera di magnetite più grande d’Europa, un ossido con il più alto tenore di ferro –  e quindi più redditizio –  rispetto a  qualsiasi altro minerale.

Miniera del Ginevro a Capoliveri, Elba

La storia

La miniera fu aperta nel 1970 e all’epoca era considerata l’impianto minerario tra i più moderni al mondo. Fu chiusa nel 1981, non per esaurimento del filone ma perchè considerata non più redditizia rispetto al costo del minerale proposto da altre nazioni; rimane però una riserva strategica dell’Italia in caso di necessità. Nel frattempo e per fortuna è stata aperta al pubblico nel 2011 che così ha la possibilità di ammirare un’intera vallata dedicata allo sfruttamento minerario con tutte le attrezzature esterne e soprattutto di entrare nelle gallerie sotterranee – uniche all’Elba – su due livelli, la galleria madre a -6  e più in basso a -24 metri sul livello del mare.

E’ un’esperienza veramente unica,  affrontata assieme alle guide esperte che vi spiegheranno come era sviluppata la miniera e vi racconteranno aneddoti  e la vita dei “cavatori”, una vita dura e pericolosa.

Le indagini sul territorio erano cominciate già agli inizi del ‘900 e intorno agli anni ’30 gli operai avevano scavato a cielo aperto brevi tratti a varie profondità per esplorare la grandezza del giacimento. Intorno agli anni ’60 incomiciarono a scavare la discenderia, una galleria obliqua con 350 scalini per arrivare prima a quota -24 e poi a -54 metri usando martelli perforatori e tanto, tanto esplosivo. I cavatori in pratica avanzavano di un metro al giorno tra fango, acqua, polvere, con scarso ricambio d’aria, nel buio completo illuminati solo da lampade ad acetilene e poi a batteria.

Lo scheletro della miniera fu finito agli inizi del 1970 con 7 kilometri di galleria e con la realizzazione dell’ascensore, la torre del pozzo, con tecnologia tedesca, alto 50 metri e profondo -94, che permetteva di far uscire dalle gallerie ogni ora cento tonnellate di minerale già frantumato.

Questo veniva poi trasportato su dei carrelli alla laveria, un costruzione su vari livelli a picco sul mare con grossi elettromagneti che selezionavano il materiale. Il materiale veniva poi caricato sui camion e portato alla miniera del Vallone o alla spiaggia dell’Innamorata a pochi kilometri di distanza, dove veniva caricato per essere portato a Piombino, Taranto, Genova, Bagnoli alle industrie siderurgiche.

La visita

La partenza è dal Museo della Vecchia Officina che si trova sulla strada sterrata che da Capoliveri porta alla Fattoria delle Ripalte, dove si fanno le prenotazioni o si acquista il biglietto. Potete scegliere se andare poi alla miniera con il vostro mezzo, tutti in fila indiana, seguendo la guida della Caput Liberum oppure salire su una jeep militare di Safari in Miniera.

Dopo qualche kilometro, arrivati alla Fattoria delle Ripalte si prosegue sulla destra fino ad entrare nel compendio minerario. Si segue una strada sterrata che scende fino al livello del mare notando la roccia scavata a terrazze che si tuffa nel blu e si parcheggia in un un ampio piazzale che prima era mare ma divenuto tale con gli scarti dell’estrazione, sempre ricchi di ferro se usate una calamita.  Guardandosi intorno si osservano subito le infrastrutture – i serpenti di ferro –  che portavano il minerale dalla torre di estrazione alla laveria formando linee ondulate.

 

Dopo una spiegazione la guida vi fa indossare un casco ed entrare nelle gallerie. A seconda dell’orario o della preparazione andrete a -6 o a -24 metri. Le gallerie all’altezza minore sono illuminate mentre quelle più sotterranee sono al buio e occorre accendere la torcia che vi viene fornita. Lungo il percordo ci sono varie soste dove la guida completerà la sua spiegazione illustrandovi le caratteristiche della miniera, come venivano aperte le gallerie, come vivevano i minatori, insomma un’esperienza unica.

Le gallerie si percorrono facilmente ed hanno la caratteristica di conservare l’attrezzatura come l’avevano lasciata i minatori il giorno prima della chiusura. Uno dei punti più interessanti si trova al giacimento meridionale, dove la notte del 24 dicembre 1980 crollò il soffitto spesso 7  metri a causa di infiltrazioni d’acqua che lo avevano indebolito e che non resse alle forti esplosioni – considerate che i minatori potevano usare fino a 500 kg di esplosivo a carica. Da quel momento la luce del sole è entrata in questa enorme sala verticale facendo risaltare i bellissimi colori della roccia dal nero della magnetite alle sfumature del giallo e rosso della limonite e permettendo la nascita di una flora inconsueta. Quando vi porteranno invece al giacimento settentrionale, provate a lanciare un sasso nella sala immersa nella penombra e a contare quanti secondi impiega per arrivare in fondo.

La visita sottoterra dura circa 50 minuti e sicuramente, provando ad immaginare la vita all’interno dei cavatori, vi lascerà qualcosa nell’animo quando uscirete.

 

Ritornati al Museo dell’Officina potrete approfondire la conoscenza della vostra esperienza. Qui sono presenti le attrezzature dei cavatori, i locali di assistenza medica, antichi documenti, immagini e filmati della tradizione capoliverese.

Sopra e sotto il  Museo si apre poi la miniera del Vallone, quella a cielo aperto, la più antica di Capoliveri, ricca di infrastrutture e attrezzature abbandonate, simbolo di tempi antichi, diventata un attrazione per i numerosi bikers od escursionisti che ne percorrono i sentieri. Sin dall’antichità gli Etruschi e poi i Romani estraevano il rame, ematite, limonite, pirite. Le tecnologie dal 1800 in poi hanno modificato grandemente l’aspetto morfologico del territorio cambiandone il profilo, anche della costa. Una bellissima spiaggia bianca e nera è nata dall’accumulo degli scarti dell’estrazione, spesso bellissimi.

Contatti

Caput Liberum (arrivo in miniera con proprio mezzo): 0565 935492 – 393 9059583 – 393 8720018 – info@minieredicalamita.it

Safari in Miniera (arrivo in miniera a bordo di una jeep militare): info 388 3046214 – Prenotazioni 329 7442288

Costi: Visita alla Miniera + Ingresso al Museo dell’Officina – Intero € 18 per 1° livello, 20,00 per 2° livello (€ 25,00 conSafari in Miniera), ridotto (3 -11 anni) € 12,00 per 1° livello, 18,00 per 2° livello

Per l’escursione a -24 l’ingresso è consentito a chi ha più di 11 anni.

Orari: ore 10:00 e 11:00 per 1° livello, ore 12:00 per 2° livello. Possibili ulteriori orari.